Per un giovane appena entrato nel mondo del lavoro, la pensione non è tra i primi pensieri di in quanto è vista come come un obiettivo irraggiungibile.
Perché dovrebbero farlo?
Il sistema pensionistico italiano ha subito numerose riforme negli ultimi 30 anni, la più importante delle quali riguarda il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo avvenuto nel 1995 (c.d. riforma Dini).
In sostanza significa che la pensione non viene più determinata sulla base dell’ultima retribuzione percepita ma sulla base dei contributi effettivamente versati nel corso dell’intera vita lavorativa dal datore di lavoro e/o dal lavoratore stesso. Ciò ha causato una sostanziale una diminuzione dell’assegno pensionistico rispetto alla retribuzione mensile media del contribuente.
Questo aspetto, sommato al fatto che il lavoro è sempre più flessibile (e che quindi non sempre vi sarà una continuità del versamento dei contributi nel corso della propria carriera lavorativa), e che l’aspettativa di vita media si è allungata, (portando ad un costante aggiornamento dei coefficienti di trasformazione in rendita), farà sì che i pensionati del futuro saranno oggetto di una notevole diminuzione del loro tenore di vita se non avranno aderito ad un fondo di previdenza complementare
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